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Sempre più la mia arte è connessa agli eventi intorno. Non lo chiamerei impegno sociale perché non sono un granché impegnato, sono solo frustrato per i nostri fratelli di Mediterraneo, che soffrono a pochi passi da noi.
Così ho scritto un piccolo post, che inoltro qui sotto, sperando di dare un seguito, magari stimolare qualche manifestazione artistica di denuncia sull’argomento.
In futuro si cercherà di dare una spiegazione al comportamento del popolo israeliano, per ora mi è chiaro che hanno eguagliato la follia nazista.
In strada questa sera una famiglia araba ha incrociato un loro vicino ebreo, io guardavo dal balcone. Hanno gridato contro di lui.
Tutti sono a disagio qui, quando passa un ebreo. Ormai il loro nome è legato a quello di un popolo che da decenni per sport trascorre la giornata a bombardare bambini palestinesi, a bloccare i camion di alimenti e acqua destinati a loro. Tutto ciò metterebbe a disagio qualsiasi genitore.
Studio arabo, è una lingua e una cultura bellissima. Hanno senso dell’humor, della famiglia, pregano umilmente hallah e cucinano benissimo. Accolgono gli ospiti come un dono di dio.
Sono un cattivo studente. 8 mesi per imparare l’alfabeto. Ma non mi arrendo.
Gli israeliani hanno in più occasioni dichiarato di voler massacrare popoli a loro vicini, compresi gli arabi.
Provo inoltre disagio a vivere in mezzo agli italiani, che trascorrono questi mesi sotto una cappa di silenzio. A chi vuole sapere che succede, consiglio di seguire su Instagram o youtube l’emittente Aljazeera.
Ho rappresentato in questo nuovo acquerello il mio disagio e il mio dubbio per il futuro.
Poi ripenso alle mie studentesse che mi accusano di fare dipinti “inquietanti”… Ovvio che hanno ragione.
Ma in arte non si devono dare spiegazioni.
Peace.
